Alimentazione e diabete

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Il diabete: dati sempre più allarmanti

Negli ultimi tre decenni in seguito ai fenomeni di globalizzazione e crescita economica, lo stile di vita ha subìto forti modifiche: aumentano sempre più le condizioni di stress, cresce la tendenza alla sedentarietà,

aumenta la disponibilità di cibi ad alta densità calorica, più raffinati e processati che hanno spesso costi inferiori; tutto ciò ha portato a conseguenze importanti sulla salute come lo sviluppo di patologie quali diabete, obesità, ipertensione e altri disturbi cardiovascolari.

Il numero di persone a cui viene diagnosticato il diabete è in continua crescita, tanto che rappresenta una delle malattie metaboliche più diffuse in tutto il mondo, coinvolgendo in particolare i paesi in via di sviluppo, a basso/medio reddito. Secondo l’International Diabetes Federation (IDF), nel 2019, si stimano circa 463 milioni di adulti affetti da diabete nel mondo e tale numero è destinato ad aumentare fino a raggiungere i 700 milioni entro una generazione! In realtà tale preoccupazione non riguarda solo gli adulti ma anche adolescenti e bambini.
Il diabete è una patologia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia), dovuta a un alterata quantità o funzione dell’insulina. L’insulina è l’ormone prodotto dal pancreas subito dopo un pasto per permettere l’ingresso del glucosio nelle cellule del nostro organismo, al fine di utilizzarlo come principale fonte energetica.

Le tipologie di diabete mellito


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  • Diabete di tipo I: riguarda circa il 3-5% dei soggetti diabetici nel mondo. Sebbene possa comparire anche in età adulta, questa tipologia di diabete viene diagnosticata più frequentemente durante l’infanzia o adolescenza, essendo caratterizzata da un’origine genetica. Questa forma di diabete si annovera tra le patologie autoimmuni, data la presenza di anticorpi, in particolare autoanticorpi (anticorpi che inducono la distruzione di organi e tessuti del proprio organismo) che attaccano le cellule del pancreas deputate alla produzione di insulina. Pertanto il diabete di tipo I è insulino-dipendente, ovvero risulta necessaria la somministrazione di insulina in quanto si verifica inizialmente una carenza fino ad arrivare ad una totale assenza di insulina che porta così ad un aumento della glicemia.

  • Diabete di tipo II: è la forma più diffusa, rappresentante il 95% di tutti i casi di diabete nel mondo. Insorge tipicamente in età adulta, ed è caratterizzata da un’incapacità da parte dei nostri organi (fegato, tessuto adiposo e muscolo) di rispondere all’insulina (insulino-resistenza).
    In questa fase iniziale per compensare l’incapacità di rispondere all’insulina, la produzione della stessa da parte del pancreas aumenta, tentando di mantenere nella norma i livelli circolanti di glucosio. Si genera in questo modo una condizione di iperinsulinemia che permane fino a quando le cellule pancreatiche arrivano ad affaticarsi riducendo la propria funzionalità; si giunge così a uno stato di iperglicemia. I principali fattori di rischio di questa forma di diabete sono rappresentati da: aumento dell’IMC (Indice di Massa Corporea) corrispondente a sovrappeso e obesità, aumento della circonferenza vita corrispondente a una maggiore prevalenza di grasso addominale e sedentarietà abituale.

  • Diabete gestazionale: interessa almeno 1 donna su 25 al mondo; è una condizione in cui si rileva un aumento dei livelli di glicemia in gravidanza per la prima volta. Tuttavia tale condizione aumenta il rischio di sviluppare il diabete di tipo II anche in stadi successivi della vita non solo nella madre ma anche nel nascituro.

L’insulino-resistenza e il ruolo dell’alimentazione

La resistenza insulinica genera un alterato metabolismo di carboidrati, proteine e grassi; essa agisce sull’aumento del colesterolo LDL e di trigliceridi nel sangue e provoca una ritenzione di sodio favorendo quindi ipertensione arteriosa.
Pertanto l’insulino-resistenza è correlata a diverse condizioni patologiche oltre al diabete di tipo II, quali dislipidemia, ipertensione, obesità, motivo per il quale l’alimentazione non deve solo mirare al controllo della glicemia ma anche al controllo dei fattori di rischio per le patologie cardiovascolari correlate. Un’adeguata composizione della dieta, rappresenta una delle strategie da mettere in atto per la prevenzione e per la gestione del diabete. Una corretta alimentazione può migliorare i parametri metabolici e le condizioni associate al diabete di tipo II, tra cui l’insulino-resistenza, condizione che risente di un miglioramento già con la sola riduzione del peso corporeo del soggetto già affetto da diabete di tipo II sovrappeso o obeso.

Porre attenzione alla propria dieta è essenziale al fine di:

  1. Mantenere nella norma il livello di glucosio nel sangue;

  2. Migliorare il quadro lipidico;

  3. Mantenere un peso corporeo sano;

  4. Prevenire e curare le complicanze del diabete;

  5. Ridurre il rischio cardiovascolare;

Strategie alimentari

La scelta potrebbe basarsi sull’assunzione di alimenti che generano una bassa risposta glicemica, dato che variazioni della glicemia dipendono in primis dai carboidrati, di cui zuccheri (approfondimento articolo “Carboidrati nella dieta”). I risultati di studi di coorte prospettici e di una meta-analisi aggiornata, hanno confermato che il consumo di una dieta ad alto indice glicemico/carico glicemico e a basso contenuto di fibre, è associato a un rischio più elevato di diabete di tipo 2.
Tuttavia non è solo l’introito degli zuccheri che deve essere controllato ma anche quello dei grassi saturi per correggere le dislipidemie spesso frequenti nel diabete tipo II, riducendo, ad esempio, l’assunzione di carni conservate come i salumi, che sono una fonte considerevole sia di grassi che di sale, e un loro eccessivo consumo, secondo le Linee guida per una sana alimentazione, è associato a un rischio aumentato di diabete di tipo II e malattie cardiovascolari.
Anche la correzione dell’introito calorico può essere di aiuto nel mantenimento del peso corporeo in quanto condizioni di sovrappeso e obesità contribuiscono allo sviluppo del diabete tipo II.
Secondo uno studio che fa riferimento alle linee guida più recenti dell'American Heart Association, confrontando gli effetti di diete diverse, tra le diete considerate, le diete vegetali e la dieta mediterranea risultano essere le più adatte a prevenire patologie cardiovascolari tra cui il diabete di tipo II.
La dieta mediterranea, in particolare, ha mostrato svolgere effetti preventivi per via del consumo elevato di vitamine e minerali provenienti da frutta fresca e verdura, di acidi grassi insaturi derivanti soprattutto dall’olio extravergine di oliva e dalla frutta secca come le noci, di proteine di origine vegetale provenienti dai legumi, di proteine di origine animale provenienti in particolare da pesce e uova e di fibre, provenienti soprattutto dai cereali integrali.
Le Linee guida internazionali ci indicano che i cereali integrali e i legumi, sono alimenti associati a una riduzione del rischio di malattie cronico-degenerative tra cui il diabete e gli alimenti fonti di grassi insaturi come la frutta secca, l’olio extravergine di oliva, il pesce, contribuiscono a ridurre l’insulino-resistenza.

Per ulteriori approfondimenti riguardo la dieta mediterranea, leggi l’articolo su “La Dieta Mediterranea” 

Bibliografia:

  • WHO (World Health Organization) - Diabetes; 15 maggio 2020

  • International Diabetes Federation. IDF Diabetes Atlas. 9th Edition; 2019

  • Linee guida per una sana alimentazione (Revisione 2016)

  • Diabetes monitor Journal (Report 2021)- ibdofoundation.com

  • A Comparative Review of Established Diets for Prevention of Cardiovascular Disease and Newer Dietary Strategies - Gustavo Vargas MD et al; 2021

  • SIDITALIA.IT- Alimentazione e diabete

  • Glycemic index, glycemic load, and risk of type 2 diabetes: results from 3 large US cohorts and an updated meta-analysis- Bhupathiraju S.N. et al; 2014

  • Low-glycemic index diets as an intervention for diabetes: a systematic review and meta-analysis-Mohammad Ishraq Zafar et al; 2019

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