La corretta alimentazione durante l’invecchiamento

person Pubblicato da: Anna Zizza list In: Alimenti e nutrizione Sopra:

Un’analisi effettuata nel 2019 ci suggerisce che in Italia più dell’11% della popolazione è costituita da individui con un’età >75 anni, circa il 42% di questi soggetti hanno tre o più malattie croniche e il 22% presenta gravi limitazioni nello svolgimento delle attività quotidiane quindi è in condizioni di disabilità.

Entro il 2050 si prevede che la popolazione mondiale di persone di età ≥60 anni subisca un raddoppio, con un’implicazione a livello sanitario ed economico.
Tuttavia l’invecchiamento malsano che è associato a malattie croniche, si potrebbe prevenire con un corretto stile di vita compresa la dieta.

Le alterazioni funzionali nell’anziano

L’invecchiamento è accompagnato a modifiche biologiche, fisiologiche e fisiopatologiche, soprattutto dopo i 70 - 75 anni di età.
L’età rappresenta infatti un importante fattore di rischio per le malattie croniche non trasmissibili, tra le più frequenti vi sono malattie cardiovascolari come diabete di tipo 2, ipertensione, ipercolesterolemia ma anche demenza e i tumori.
Oltre a fenomeni patologici si verificano in particolare quattro mutamenti a livello corporeo: un declino costante della massa muscolare, un aumento della deposizione di grasso corporeo soprattutto nella zona centrale, diminuzione del senso di sete, e diminuzione della densità ossea.
Da tutto ciò ne consegue un aumentato rischio di malnutrizione, di cadute, di ricoveri ospedalieri e di mortalità.

Gli anziani hanno anche una maggiore predisposizione all’insorgenza di malattie infettive e infiammatorie, in particolare dovute ad un sistema immunitario disregolato.
Tra le problematiche tipiche degli anziani, che possono influire sullo stato di salute, emergono i problemi di masticazione e deglutizione, monotonia nel consumo di cibo, alterazioni cognitive e riduzione del tono dell’umore, tutte queste problematiche possono peggiorare la condizione di malnutrizione.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che l'eliminazione dei principali fattori di rischio per le malattie croniche (fumo, mancanza di esercizio fisico e scorretta alimentazione) ridurrebbe il rischio di malattie cardiovascolari, ictus e diabete di tipo 2 dell'80%.

Fabbisogni nutrizionali nell’anziano

Gli anziani tendono a introdurre nella propria alimentazione cereali raffinati, carni lavorate ricche di grassi saturi, cibi fritti o fonti di grassi trans e/o con zuccheri aggiunti, il cui consumo dovrebbe essere limitato, rispetto a frutta, verdura, legumi, cereali integrali, frutta secca e semi oleosi, pesce, carne magra e latticini a basso contenuto di grassi che dovrebbero essere invece consumati con una certa frequenza.

Queste abitudini alimentari scorrette possono causare denutrizione o malnutrizione, ovvero una carenza di energia, di macro e/o micronutrienti.
Infatti negli anziani si può manifestare una certa difficoltà nell’assorbimento di nutrienti, dovuta alla ridotta assunzione di alimenti che ne sono ricchi, ma anche ai cambiamenti delle funzionalità gastriche o ancora all’utilizzo prolungato di farmaci, tutto ciò può a sua volta causare delle modifiche biologiche.
La denutrizione si manifesta attraverso sintomi quali perdita di peso, grasso corporeo e massa muscolare, e si verifica soprattutto quando gli anziani non consumano abbastanza proteine per il mantenimento della massa muscolare. Altre carenze fondamentali possono riguardare due micronutrienti essenziali soprattutto in questa fase della vita: vitamina B12 e vitamina D.
La vitamina B12 è essenziale per la formazione dei globuli rossi e per il buon funzionamento del sistema nervoso, infatti una sua carenza può comportare disturbi neurologici. La vitamina D invece nella terza età è fondamentale per i suoi effetti sul sistema immunitario, neurologico, e sull’apparato muscolo-scheletrico, e aiuta a preservare le funzioni cognitive. Un basso apporto di vitamina D comporta una diminuzione dell'accumulo di calcio nell'osso, aumentando il rischio di osteoporosi.

Conclusioni

La valutazione dello stato nutrizionale dell’anziano non è da trascurare in quanto rispondere adeguatamente alle specifiche esigenze nutrizionali tipiche di questa fascia di età, può essere determinante per mantenere un buono stato di salute.

Quindi come si possono prevenire un invecchiamento malsano e le patologie ad esso correlate?

È fondamentale assumere una sufficiente quantità di proteine, di alimenti ricchi di vitamina B12, calcio e vitamina D (valutando un eventuale integrazione di quei nutrienti carenti), di alimenti di origine vegetale, porre attenzione ad una corretta idratazione.

L’erosione dei risparmi e dei fondi pensione che sta avvenendo, e che andrà avanti per diversi anni, comporta che molte persone si ritroveranno a dover lavorare più a lungo di quanto pianificato; è anche per questo, che l’attenzione rivolta a chi invecchia in buona salute diventa sempre più marcata, riuscire a mantenere la mobilità e la forza quanto più a lungo possibile sarà sempre più importante e necessario per le persone, e gli strumenti per raggiungere questi obiettivi risiedono proprio nelle modifiche dello stile di vita, in particolare ciò che riguarda l’alimentazione e l’attività fisica.

BIBLIOGRAFIA

  • Nutritional Considerations for Healthy Aging and Reduction in Age-Related Chronic Disease1,2 - Julie Shlisky,3,* David E Bloom,4 Amy R Beaudr 2017

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